Roberto de Mattei
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La guerra alla famiglia di Flores d’Arcais e “MicroMega”
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La guerra alla famiglia di Flores d’Arcais e “MicroMega”

Esiste davvero una guerra contro la famiglia accuratamente pianificata  come abbiamo scritto su “Corrispondenza Romana” (https://www.corrispondenzaromana.it/le-guerre-che insanguinano-il-mondo/)?
Per chi abbia dubbi a questo proposito, una conferma chiara e netta ci giunge proprio in questi giorni da “MicroMega”, una rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais, che dal 1988 costituisce un punto di riferimento ideologico della Sinistra italiana. Il nome “MicroMega” deriva da un omonimo racconto filosofico di Voltaire (1752) , e questo è già un programma.

Ebbene “MicroMega” dedica un numero monografico (4/2024), l’ultimo, proprio a questo tema: Contro la famiglia. Critica di un’istituzione (anti)sociale. Già il titolo del dossier si contrappone frontalmente alla concezione della famiglia che hanno il pensiero classico e il Magistero della Chiesa cattolica: la famiglia è un istituto di diritto naturale che costituisce la prima cellula della società, che dalla famiglia nasce e dalla famiglia si espande

L’editoriale di “MicroMega” spiega che il numero speciale della rivista “si pone l’ambizioso obiettivo di smantellare la mitologia attorno alla famiglia, rivelandone gli aspetti più perniciosi e mettendo in discussione la sua pretesa centralità nella vita di una società libera, aperta e democratica che si ponga come obiettivo l’emancipazione dei singoli” (…) “Il primo è più immediato “lato oscuro” della famiglia è il fatto che essa, lungi dall’essere sempre luogo di rifugio e amore incondizionato, si configura spesso come il primo teatro di violenza, oppressione e controllo (…) “la famiglia è il primo luogo in cui i bambini imparano gerarchie e rigidi ruoli di genere, introiettano il conformismo e subiscono la repressione della loro individualità” (p. 3).

“MicroMega”, per la penna presumibilmente di Flores d’Arcais, così continua nel suo
editoriale: “La famiglia non solo opprime al suo interno, ha anche un effetto potenzialmente disgregante sulla sfera pubblica. In una società in cui il privato è sacralizzato, la dimensione collettiva e pubblica viene costantemente erosa” (p. 4). La famiglia è “un meccanismo che non fa altro che consolidare un sistema di ingiustizie strutturali, impedendo la mobilità sociale e il raggiungimento di una reale uguaglianza” (p. 4).

Siamo nel 2024, ma le tesi di “MicroMega” sono vecchi cascami della sinistra italiana ed europea. Basti ricordare che uno dei testi base della Rivoluzione del Sessantotto, aveva come titolo La morte della famiglia (tr. it. Einaudi, Torino 1973). L’autore era il teorico dell’anti-psichiatria David Cooper (1931-1986), che in questo testo sostiene che la famiglia va distrutta perché è un’istituzione patologica, madre di tutte le repressioni sociali.

Ma “MicroMega” va oltre. Tra coloro che hanno collaborato al dossier c’è Telmo Pievani, uno dei campioni dell’evoluzionismo nostrano, il quale nega l’esistenza una “famiglia naturale”, (pp. 6-15), visto – scrive – che “i nostri quattro parenti più stretti, cioè scimpanzé, bonobo, gorilla e oranghi, non conoscono un modello unico di famiglia naturale” (p. 7) e ci insegnano che “non ha alcun fondamento bollare come “contro natura” comportamenti sessuali che non sono i nostri” (p. 8).

L’omosessualità, ad esempio, “è un comportamento molto diffuso e diversificato negli
animali”, non solo i primati, ma anche i delfini, le pecore, i pinguini e perfino gli scarafaggi e i rospi. “Gli amplessi fra rospi maschi sono ben noti e forse dovuti alla scarsa discriminazione fra un sesso e l’altro” (p. 13). La confusione delle idee è somma. Quando la filosofia perenne parla di legge naturale, non si riferisce a ciò che esiste in natura, ma a ciò che è conforme alla natura umana. Mentre gli animali tendono al loro fine e lo raggiungono attraverso l’istinto, l’uomo, pur avendo in comune con gli
animali l’istinto, a differenza di essi è dotato di una ragione, che lo guida al suo fine ultimo; un fine che non è immanente alla natura, ma la trascende.
La legge naturale dell’uomo non è altro, dunque, che una legge razionale. Agire secondo natura è agire seguendo non i propri istinti, come gli animali, ma agire secondo ragione e agire secondo ragione significa uniformare il proprio comportamento a una legge razionale che anche impressa nella nostra natura, di modo che noi non subiamo questa legge come una imposizione esteriore, ma la ritroviamo in noi e, ritrovandola, realizziamo la nostra identità più profonda.

Altrimenti perché non ammettere, ad esempio la possibilità dell’incesto o di tante altre perversioni, che sono ampiamente praticate dagli animali?

Ma “MicroMega” insiste, dando la parola a un altro intellettuale ultraprogressista, Stefano Petrucciani, che giustifica l’attacco alla famiglia richiamandosi a Federico Engels, il sodale di Marx, per dimostrare che “la famiglia patriarcale borghese è un’istituzione del tutto storica e contingente, destinata ad essere superata insieme con la società di cui costituisce un organico elemento” (p. 39).

Sono le idee del famigerato scritto L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884) di Friedrich Engels, il quale pretende di dimostrare che la famiglia è un’entità puramente storica e quindi effimera, destinata a scomparire. Nella prospettiva di Marx e di Engels tutto ciò che esiste è materia animata da un continuo movimento; nulla è stabile ma tutto muta, tutto si trasforma, in un perpetuo divenire. La famiglia, secondo i due teorici del comunismo, è una sovrastruttura destinata ad essere superata nel passaggio dalla società borghese alla società anarchica senza Stato e istituzioni sociali di alcun genere.

A questo punto è chiaro che esiste una guerra aperta tra due concezioni del mondo: da una parte coloro che si richiamano alla dottrina sociale della Chiesa e alla philosophia perennis; dall’altra parte i sofisti, gli eversori intellettuali, gli utopisti che vogliono trasformare la realtà in un incubo.

Il cardinale Carlo Caffarra ricordava di aver ricevuto da suor Lucia di Fatima, una lunga lettera scritta a mano, che finiva con queste parole: “Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E coloro che lavoreranno per il bene della famiglia sperimenteranno la persecuzione e la tribolazione. Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa”. Cos’altro aggiungere?

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Analisi e commenti sull’attualità religiosa, politica e culturale.