Roberto de Mattei
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La profezia di Isaia nelle settimane d’Avvento
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La profezia di Isaia nelle settimane d’Avvento

Le quattro settimane dell’Avvento, che precedono il Santo Natale, evocano le tenebre in cui era avvolto il mondo prima della venuta di Gesù, divin Salvatore dell’umanità. La Chiesa ha assegnato all’Avvento la lettura del profeta Isaia, colui che tra tutti ha predetto con maggiore forza il contrasto tra l’apostasia del popolo di Israele e il momento della sua prossima Redenzione.  

Nella Terza Domenica di Avvento, detta Gaudete dalla prima parola del suo introito, con Stazione nella Basilica di San Pietro in Vaticano, la Chiesa manifesta la sua speranza e la sua letizia perché il Signore è ormai vicino. Isaia annuncia: “In quel giorno si canterà questo canto nel Paese di Giuda: Abbiamo una città forte; egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo. Aprite le porte: entri il popolo giusto che mantiene la fedeltà” (Is., 26, 1-9)

E Dom Guéranger commenta: “O santa Chiesa Romana, nostra roccaforte, eccoci raccolti entro le tue mura, attorno alla tomba di quel pescatore le cui ceneri ti proteggono sulla terra, mentre la sua immutabile dottrina ti illumina dall’alto del cielo. Ma se tu sei forte, è per il Signore che sta per venire. Egli è il tuo baluardo, poiché è lui che abbraccia tutti i tuoi figli nella sua misericordia; egli è la tua fortezza invincibile poiché per lui le potenze dell’inferno non prevarranno contro di te. Apri le tue porte, affinché tutti i popoli facciano ressa nella tua cinta: poiché tu sei la maestra della santità, la custode della verità. Possa l’antico errore che si oppone alla fede cessare presto, e la pace stendersi su tutto il gregge! O santa Chiesa Romana, tu hai riposto per sempre la tua speranza nel Signore; ed egli a sua volta, fedele alla promessa, ha umiliato davanti a te le alture superbe, le roccaforti dell’orgoglio. Dove sono i Cesari, che credettero di averti annegata nel tuo stesso sangue? Dove sono gli Imperatori che vollero attentare all’inviolabile verginità della tua fede? Dove i settari che ogni secolo, per così dire, ha visto accanirsi l’uno dopo l’altro intorno agli articoli della tua dottrina? Dove sono i prìncipi ingrati che tentarono di asservirti dopo che tu stessa li avevi innalzati? Dov’è l’Impero della Mezzaluna che tante volte ruggì contro di te, allorché, disarmata, ricacciavi lontano l’orgoglio delle sue conquiste? Dove sono i Riformatori che pretesero di costituire un Cristianesimo senza di te? Dove sono quei sofisti moderni, ai cui occhi non eri più che un fantasma impotente e tarlato? Dove saranno, fra un secolo, quei re tiranni della Chiesa, quei popoli che cercano la libertà fuori della verità?

Saranno passati con il rumore del torrente; e tu invece sarai sempre calma, sempre giovane, sempre senza rughe, o santa Chiesa Romana, assisa sulla pietra inamovibile”.  

E il lunedì della Terza settimana di Avvento, la lettura del Profeta Isaia annuncia che cosi parla il Signore Iddio: “Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata; chi se ne fida, non vacillerà; e metterò il diritto per norma, e la giustizia per livella. “. (Is. 28, 16-18).

Questa Pietra che darà la solidità a Sion, commenta dom Guéranger, è la Chiesa. “La Chiesa s’innalzerà sulla Pietra, e il suo vertice giungerà fino al cielo senza che vi sia nulla da temere per la base; e per quanto debole e volubile sia l’uomo nei suoi pensieri, purché si appoggi su di te, o Pietra divina, parteciperà alla tua immutabilità. Guai a colui che ti disprezza! Perché tu stesso hai detto, o Verità eterna: “Colui che cadrà su questa Pietra s’infrangerà e colui sul quale essa cadrà, sarà schiacciato”. Guardaci da questa duplice disgrazia, tu, Pietra augusta, chiamata ad occupare la testata d’angolo, e che tuttavia sei stata scartata da qualche cieco architetto Non permettere che abbiamo la sfortuna di essere del numero di quelli che ti hanno così misconosciuto. Concedici di onorarti sempre come il principio della nostra forza, come l’unica ragione della nostra solidità; e poiché hai comunicato tale qualità di Pietra immutabile a uno dei tuoi Apostoli, e attraverso di lui ai suoi successori fino alla consumazione dei secoli, concedici di tenerci sempre fermi sulla roccia della santa Chiesa Romana, con la quale tutte le Chiese, sull’intera superfìcie terrestre, si preparano a celebrare la tua divina apparizione. Pietra preziosa, Pietra scelta, che vieni a distruggere l’impero della menzogna e a rompere l’alleanza che il genere umano aveva stretto con la Morte e l’Inferno.”

In questa pietra confidiamo; questa pietra schiaccerà i suoi nemici; questa pietra trionferà, perché Nostro Signore ha infallibilmente promesso: “Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversum eam.” Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’Inferno non prevarranno contro di essa”

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