Roberto de Mattei
Podcast di Roberto de Mattei
Che cosa accade nel mondo?
1
0:00
-7:19

Che cosa accade nel mondo?

1

Che cosa accade nel mondo? Il quotidiano “la Repubblica” ha dedicato, il 24 marzo 2022, un inserto di 16 pagine a “il mese che ha cambiato il mondo”, riferendosi alle conseguenza dell’ invasione russa dell’Ucraina, del 24 febbraio 2022. 

Ma il vero e proprio terremoto che scuote il mondo data da almeno due anni, quando è esplosa la pandemia di coronavirus che ha sconvolto le abitudini quotidiane della popolazione mondiale e ha affossato il mito della globalizzazione felice. La pandemia non è ancora sotto controllo, mentre aleggia la minaccia di una guerra nucleare e di una crisi economica mondiale.  

In Italia, Task Force e cabine di regia lavorano al ministero degli Esteri e all’Istituto Superiore di Sanità per far fronte a queste minacce planetarie. Ma ora alla guerra e alle malattie si aggiunge un nuovo spettro: quello della fame.

Per molti anni c’è stata molta retorica sulla fame del mondo, che riguardava però paesi lontani. Sembrava impossibile che potesse colpire il ricco Occidente. Ora sta accadendo. Tanto la Russia quanto l’Ucraina sono tra le maggiori produttrici al mondo di grano e di mais, necessari per sfamare gli esseri umani. L’Ucraina, in particolare, è il granaio del mondo, che fornisce più della metà della fornitura di grano del Programma alimentare mondiale.

L’Ucraina, sotto bombardamenti, non può seminare né esportare, e i suoi porti sono bloccati, mentre la Russia ha deciso di bloccare le sue esportazioni. Non c’è solo la minaccia della scarsità di grano, ma anche quella, ad essa strettamente legata, del blocco del commercio dei fertilizzanti, che può avere conseguenze su tutti gli agricoltori del mondo, e causare cali di produzione per tutti i generi alimentari, non solo il grano. Basta pensare che il 50% dei fertilizzanti che si usano in Europa arriva dalla Russia.  

La guerra in Ucraina ha inoltre innescato una violenta accelerazione della crisi energetica. Se i flussi russi dovessero interrompersi da un giorno all’altro, il gas attualmente in deposito probabilmente si esaurirebbe prima della fine dell’anno, lasciando l’Europa esposta a un inverno brutale.

Dunque: grano, fertilizzanti, energia. E’ possibile che l’Europa riesca ad organizzarsi, ma la guerra, se continua, avrà un impatto ben più grave sui paesi che più sono dipendenti dai prodotti che arrivano dalla Russia e dall’Ucraina come i paesi del Maghreb, il Libano, l’Egitto, la Siria o la Libia, che importano la stragrande maggioranza dei loro cereali dall’Ucraina e dalla Russia. In molti di questi Paesi l’Europa cerca il gas alternativo a quello russo, ma chi può garantire la loro stabilità, visto che anch’essi dipendono da risorse alimentari russe e ucraine? In questi paesi, e in altri dell’Africa e del Terzo Mondo, già devastati dal Covid, potrebbe esplodere la fame, con la conseguenza di inarrestabili ondate migratorie verso l’Italia e l’Europa.  

Gli storici Ruggero Romano e Alberto Tenenti (Alle origini del mondo moderno 1350-1550, Feltrinelli, Milano 1967), hanno spiegato come la crisi del XIV secolo, che segnò la fine della civiltà medioevale, nacque proprio dell’intrecciarsi di carestie, epidemie, guerre e rivolte sociali. La  popolazione interpretò queste sciagure come una punizione divina. Da allora, nelle campagne, si pregava nelle Rogazioni: a peste, fame et bello libera nos Domine: Signore liberaci dalla peste, dalla fame e dalla guerra,

Allora gli uomini erano capaci di cogliere il significato soprannaturale degli eventi, il legame tra il comportamento religioso e morale degli uomini e le conseguenze dei loro atti. Ma la nascita del mondo moderno si accompagnò a un processo di allontanamento da Dio e dall’ordine naturale delle cose. Fu così che nel 1917, durante la spaventosa Prima Guerra Mondiale, la Madonna apparve a Fatima per rivolgere un appello soprannaturale all’umanità che correva verso l’abisso. Se il mondo non si fosse pentito dei propri peccati, nuovi castighi attendevano l’umanità: guerra, fame, persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.

I castighi di Dio però sono sempre misericordiosi. Dio ci punisce perché ci vuole salvare dalle pene eterne che meritiamo per le nostre colpe terrene. Ci punisce nel tempo per salvarci nell’eternità. Il mondo non capisce questa logica soprannaturale, ma cosa accade se questa logica non viene compresa neppure dagli uomini di Chiesa e dai cattolici più devoti, quelli che conoscono la profezia di Fatima, come gli abitanti di Gerusalemme, che conoscevano le profezie che annunciavano il loro Salvatore, ma non ne tennero conto? 

Oggi come allora lo sguardo non è rivolto al Cielo e invece di attribuire alle nostre colpe l’origine dei mali che ci affliggono, ne rovesciamo la responsabilità su uomini malvagi che cospirano contro l’umanità. La ragione di questi drammatici eventi che colpiscono il mondo, sentiamo dire, sta nella globalizzazione, nell’interconnessione del mondo, per cui qualsiasi crisi, sanitaria, politica od economica, si espande in maniera incontrollabile, o forse controllata.

Dimentichiamo però che, accanto all’interconnessione orizzontale del mondo globalizzato, esiste una connessione verticale tra il Cielo e la terra, esistono fili invisibili che si annodano solo attraverso l’atto di adorazione e di preghiera che l’uomo fragile e impotente deve rivolgere ogni giorno a Dio per chiederne l’aiuto. A Fatima, l’Angelo inviato dal Signore invitò i tre pastorelli a pregare con queste parole: “Mio Dio, io credo, adoro, spero e vi amo e domando perdono per tutti coloro che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano”.  

1 Comment
Roberto de Mattei
Podcast di Roberto de Mattei
Analisi e commenti sull’attualità religiosa, politica e culturale.