Roberto de Mattei
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Consolatrix afflictorum
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Consolatrix afflictorum

Consolatrix afflictorum, “Consolatrice degli afflitti”, è uno dei titoli che vengono attribuiti alla Madonna dalle Litanie Lauretane, ma prima ancora, da tempo immemorabile, dalla pietà popolare. Il mondo, oggi come sempre, vive nell’afflizione. Se apriamo le pagine dei giornali siamo impressionati dal moltiplicarsi non solo di tragedie individuali, ma di drammi collettivi: guerre, sciagure naturali e calamità di ogni genere. Basta del resto volgere lo sguardo attorno a noi, per incontrare ogni giorno una moltitudine di sofferenze fisiche e morali, che colpiscono le famiglie, gli amici, i conoscenti e che ci ricordano che la terra è una “valle di lacrime”. La terra è una valle di lacrime a causa del peccato originale e dei peccati attuali che ogni giorno vengono commessi. E’ questa una verità della nostra fede: il peccato è la causa di tutti i mali che inondano l’universo. E per riscattarci dal peccato, per aprirci le porte della felicità eterna, Gesù Cristo, come ci insegna il Credo, “fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre”.

La Beatissima Vergine Maria partecipò ai dolori della Passione del Figlio, meritando, per la sua cooperazione e la sua compassione, il titolo di “Corredentrice”. I dolori di Maria non erano necessari alla redenzione del mondo, ma nei consigli di Dio questi dolori erano inseparabili da tale redenzione. La Passione di Nostro Signore colmò di amarezza il cuore di Maria e fu causa della sua compassione, ma la compassione di Maria, osserva il padre Faber, fu l’ingrediente principale e dominante della Passione di Gesù. Il punto culminante delle sofferenze di Maria fu il Sabato Santo, l’ora suprema della Desolazione. Per questa ragione la Madonna, oltre che con il titolo di Addolorata, è venerata anche con quello di Desolata. Durante la Passione la Desolata fu consolata e confortata dal Padre con la speranza della Risurrezione. Dopo la Risurrezione, insieme con gli Apostoli nel Cenacolo Maria implorò e attese lo Spirito Santo, il “Consolatore”, che Gesù stesso aveva promesso   (Gv, 14,16-17).

Papa Francesco nella sua ultima enciclica Dilexit nos del 24 ottobre 2024 “sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo”  (https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/20241024-enciclica-dilexit-nos.html), dedica un capitolo a La devozione alla consolazione (nn. 151-163). Il Papa ricorda le parole di san Paolo, secondo cui Dio ci consola «perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio» (2 Cor 1,4), e ci propone di “recuperare questa espressione dell’esperienza spirituale sviluppata attorno al Cuore di Cristo: il desiderio interiore di dargli consolazione”.  

Cor Iesu, fons totíus consolationis, il Cuore di Gesù, è fonte di ogni consolazione, scrive Plinio Correa de Oliveira (https://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.com/2014/07/dottor-plinio-commenta-la-litania-al.html). Il pensatore brasiliano, sepolto nel Cimitero della Consolazione, spiega ancora: “L’uomo moderno è impantanato nel puro appetito dei beni terreni. Se egli potesse comprendere, anche se fugacemente, cos’è una consolazione dello Spirito Santo, cos’è una grazia dello Spirito Santo, cos’è il riflesso della felicità celeste che si può avere già su questa terra, egli forse potrebbe iniziare il cammino del distacco dai beni terreni, e cominciare a capire come tutto è transitorio, come tutto quaggiù diventa alla fine polvere”.(https://www.pliniocorreadeoliveira.info/san-michele-arcangelo-modello-del-perfetto-cavaliere-e-del-perfetto-contemplativo/#gsc.tab=0)

Il tema della consolazione è profondamente legato al messaggio di Fatima e ha in san Francesco Marto il suo grande devoto. A Lucia, che gli domandava se gli piacesse di più “consolare il Signore o convertire i peccatori”, il piccolo Francesco rispose: “Mi piace di più consolare il Signore. Non hai notato come la Madonna, anche nell’ultimo mese, diventò così triste quando disse di non offendere più il Signore Dio, che è già tanto offeso? Io vorrei consolare il Signore e poi convertire i peccatori, affinché non l’offendessero più”.

 Il 10 dicembre del 1925, la Madonna apparve a Lucia, assieme a Gesù Bambino. Maria pose la sua mano sulla spalla di Lucia, e le mostrò un cuore cerchiato di spine sull’altra mano. Il Bambino Gesù disse: “Abbi compassione del Cuore Immacolato della tua Santissima Madre, coperto di spine che gli uomini ingrati in tutti i momenti vi infiggono, senza che ci sia chi faccia un atto di riparazione per strapparle.” La Madonna aggiunse: “Guarda, figlia mia, il Mio Cuore coronato di spine che gli uomini ingrati in ogni momento Mi infiggono, con bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarMi, e dì che tutti quelli che per cinque mesi, nel primo sabato, si confesseranno ricevendo poi la santa Comunione, diranno un Rosario, e Mi faranno almeno 15 minuti di compagnia meditando sui 15 Misteri dello stesso, io sarò accanto a loro nell’ora della morte, e sarò portatrice di tutte le grazie necessarie alla salvezza di queste anime”.

Il Papa Pio VII aveva già concesso l’Indulgenza Plenaria  a chiunque avesse meditato, almeno per mezz’ora, la Desolazione di Maria Santissima, sia una volta all’anno, dalle 21 del Venerdì Santo alle 16 del Sabato Santo, sia tutti i venerdí dalle 21 fino all’alba della Domenica susseguente. Questa devozione appartiene dunque alla storia della Chiesa e ci fa dire che abbiamo bisogno di consolatrici e consolatori del Cuore Immacolato e Desolato di Maria. La consolazione che la Madonna ci chiede è innanzitutto una profonda compassione per i suoi dolori. La Madonna promette a sua volta di consolarci nelle nostre angustie, nelle nostre sofferenze, nelle nostre lotte. Quali sono le consolazioni che ci assicura? Non sono necessariamente consolazioni sensibili: la consolazione più grande è la fiducia che ci trasmette nel dono della perseveranza, l’anticipo di quella immensa gioia che avremo nell’incontrarla in Paradiso, ma è anche la fiducia soprannaturale nel trionfo del suo Cuore Immacolato, l’ora suprema della consolazione nella storia, che seguirà all’ora della estrema desolazione che stiamo vivendo.

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Analisi e commenti sull’attualità religiosa, politica e culturale.