Roberto de Mattei
Podcast di Roberto de Mattei
Consummatum est: il mistero della Redenzione
0:00
-6:39

Consummatum est: il mistero della Redenzione

La Passione di Gesù Cristo e la sua gloriosa Risurrezione non possono essere separate, formano un unico mistero del Cristianesimo: il mistero della Redenzione. 

Il Cristo della mattina di Pasqua, ci ricorda padre Calmel, si mostra a noi con le cicatrici del Venerdì santo. Pasqua non potrebbe essere separata dal Venerdì santo perché le cicatrici radiose di Gesù glorificato non potrebbero esistere senza le piaghe sanguinanti di Cristo crocifisso. Ogni forma di spiritualità che pretende di isolare il mistero della Risurrezione da quello della Passione travisa il mistero della Redenzione (Les Mystères du Royaume de la Grace, DMM, Paris 1997, p. 73).

La verità profonda di questo mistero ci è rivelata dall’immagine dell’uomo della Sindone. La Santa Sindone non ci dimostra solo la verità della Passione di Cristo, di cui registra ogni piaga, ogni sofferenza subita tra il Getsemani e il Calvario, ma ci offre anche un’impressionante prova della Risurrezione del suo Corpo glorioso. Gli scienziati che hanno studiato il Sacro Lino affermano infatti che solo una misteriosa energia, una irradiazione improvvisa e folgorante potrebbe avere impresso l’immagine in negativo sul telo; in una parola solo la Risurrezione da morte dell’Uomo flagellato e crocifisso sotto Ponzio Pilato, può spiegare la misteriosa origine della Santa Sindone

Non esiste dunque un “mistero pasquale” indipendente dalla Passione di Cristo. La Risurrezione non è l’inaugurazione di un nuovo Vangelo, di una nuova teologia o di una nuova spiritualità, quasi antitetica a quella della Passione, ma ci assicura che il solo Vangelo è quello della Croce e che dalla Croce la Risurrezione non può essere separata. 

I modernisti, per enfatizzare il mistero pasquale, hanno voluto togliere alla Passione di Gesù il suo carattere espiatorio, affermando che Dio non sarebbe morto per espiare le nostre colpe e ottenerci la grazia e la vita eterna, ma ci avrebbe salvato solamente con la sua dottrina e con il suo esempio. In realtà, come osserva il padre Garrigou Lagrange, Gesù è il Salvatore delle anime per la sua agonia più che per i suoi discorsi e miracoli. Agonia vuol dire combattimento e l’agonia di Cristo fu il gran combattimento contro lo spirito del male, combattimento in cui Gesù fu definitivamente vincitore (Il Salvatore e il suo amore per noi, tr. it., SEI, Torino 1948, pp. 309-310). La morte di Gesù sulla Croce fu la sua vittoria, aprendo quelle porte del Cielo che erano state chiuse dopo il peccato di Adamo. Per questo San Paolo scrive ai Corinti: “L’ultimo nemico che sarà distrutto è la morte” (I Cor, 15, 6) e, ricordando la profezia di Osea: “La morte è stata assorbita nella vittoria” ( 1 Cor, 15 54)

La Risurrezione, è solo un segno sensibile di quel mistero soprannaturale e invisibile che è la vittoria di Cristo sul peccato. Ciò che nella Risurrezione appare in maniera luminosa, è avvenuto nelle tenebre, quando Gesù ha pronunciato le parole consummatum est (Gv, 19, 30), “tutto è compiuto”.

L’ora del consummatum est, fu la più grande e la più gloriosa di tutta la storia dell’umanità, ma questa vittoria era così misteriosa e così nascosta che sfuggì agli Apostoli stessi e perciò dovette essere manifestata da un segno sensibile incontestabile. Essa fu manifestata dal trionfo di Cristo sopra la morte, conseguenza del peccato di Adamo. La Risurrezione è una realtà storica che costituisce il fondamento del messaggio del Vangelo, così come è una realtà storica la sua Passione, testimoniata da tante reliquie che ancora si venerano, soprattutto a Roma e a Gerusalemme.  

La Madonna nell’ora del consummatum est, e poi nel Sabato Santo, fece il più grande atto di fede che mai sia esistito sulla terra e non cessò per un istante di credere che il suo Figliolo crocifisso era il Salvatore dell’umanità intera. Alla sua fede parteciparono, in maniera imperfetta le Pie donne, san Giovanni, il Buon Ladrone, il Centurione, ma anche tutti coloro che nel corso della storia hanno creduto e continuano a credere che all’ora delle tenebre segue nella Chiesa, l’ora della Risurrezione del Redentore.

Nella Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, si riproduce il mistero della Redenzione. La vita della Chiesa, la vita di ognuno di noi, è una vita che passa per la morte e che in mezzo alle prove più dure trova la sua vita e la sua vittoria.

Alla fine dei tempi, quando il sole si oscurerà e la luna non darà più luce, quando il Signore tornerà per giudicare, la Croce apparirà in cielo più splendente del sole e il Signore ripeterà consummatum est: è finito il mondo e la sua vana gloria; è giunta l’ora del Giudizio, è finito il regno del demonio ed è compiuto il numero degli eletti.

Questa stessa parola, consummatum est, Gesù dirà ad ognuno di noi nell’ora della nostra morte: tutto è compiuto, il tempo è finito. Felici coloro che in quel momento terribile potranno rivolgersi al Signore ripetendo le parole di san Paolo: Cursum consummavi, fidem servavi (2 ad Tim., 4, 7): ho terminato la corsa e ho conservato la fede. Signore è l’ora della vostra giustizia, ma anche della vostra infinita misericordia. E’ per me, ricordatelo, che avete versato il vostro sangue nell’ora tenebrosa del Calvario. Concedetemi la grazia che avete concesso al Buon Ladrone, portandolo con voi in Paradiso.

0 Comments
Roberto de Mattei
Podcast di Roberto de Mattei
Analisi e commenti sull’attualità religiosa, politica e culturale.