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I funerali del cardinale Pell nella Basilica di San Pietro
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I funerali del cardinale Pell nella Basilica di San Pietro

Roma loquitur, confusio augetur

Questa mattina, sabato 14 gennaio, si sono svolti nella Basilica di San Pietro, con un certo imbarazzo, i funerali del cardinale George Pell, inaspettatamente venuto a mancare la sera del 10 gennaio a Roma. 

L’imbarazzo è dovuto al fatto che al cardinale Pell è stato attribuito un memorandum, firmato Demos, che è circolato fra i cardinali nella Quaresima del 2022. Il cardinale Pell ha smentito di essere l’autore del documento in cui si afferma, tra l’altro che, “il pontificato di Francesco è un disastro sotto molti o più aspetti, una catastrofe. Tuttavia altrettanto severa è la critica, questa volta firmata dal cardinale , contenuta in un articolo che è stato pubblicato alla vigilia della sua morte dal settimanale inglese  Spectator 

In questo articolo il cardinale Pell critica il documento del Sinodo sulla Sinodalità definendolo “incubo tossico”, “uno dei documenti più incoerenti emessi da Roma”, che non pone posizioni definitive su “aborto, contraccezione, ordinazione delle donne al sacerdozio, atti omosessuali”.  Afferma Pell:“Il Sinodo dei vescovi cattolici è impegnato nella costruzione di quello che viene considerato il “sogno di Dio” della sinodalità. Purtroppo, nonostante le buone intenzioni professate dai vescovi, questo sogno divino si è trasformato in un incubo tossico. Così leggiamo che il popolo di Dio ha bisogno di nuove strategie; non litigi e scontri ma dialogo, rifiutando la distinzione tra credenti e non credenti. Il popolo di Dio deve realmente ascoltare, si insiste, il grido dei poveri e della terra. 

Però, “A causa delle divergenze di opinione sull’aborto, la contraccezione, l’ordinazione sacerdotale delle donne e l’attività omosessuale, si ritiene che non si possano stabilire o proporre posizioni definitive su questi temi. Questo vale anche per la poligamia, il divorzio e il nuovo matrimonio. Tuttavia il documento è chiaro sul particolare problema della condizione di inferiorità della donna e dei pericoli del clericalismo, anche se si riconosce il contributo positivo di molti sacerdoti. Che cosa pensare di questo pot-pourri, di questa effusione di buona volontà New Age? Non è un riassunto della fede cattolica o dell’insegnamento del Nuovo Testamento. È incompleto e ostile in modo significativo alla tradizione apostolica. E non riconosce da nessuna parte il Nuovo Testamento come Parola di Dio normativa per ogni insegnamento sulla fede e la morale. L’Antico Testamento viene ignorato, il patriarcato rifiutato e la legge mosaica, compresi i Dieci Comandamenti, non viene riconosciuto (…) I due sinodi finali di Roma nel 2023 e nel 2024 dovranno chiarire il loro insegnamento in materia morale, poiché il relatore (capo scrittore e direttore) cardinale Jean-Claude Hollerich ha pubblicamente respinto gli insegnamenti fondamentali della Chiesa sulla sessualità, sostenendo che contraddicono la scienza moderna. In tempi normali questo avrebbe significato che la sua continuazione come relatore sarebbe stata considerata inopportuna, anzi impossibile. (…) I sinodi devono scegliere se essere servitori e difensori della tradizione apostolica sulla fede e la morale, o se c’è una sovranità del discernimento sull’insegnamento cattolico. Devono decidere se gli insegnamenti di base su cose come il sacerdozio e la moralità possono essere parcheggiati in un limbo pluralista in cui alcuni scelgono di ridefinire i peccati. (…) Finora il cammino sinodale ha trascurato, anzi declassato il Trascendente, ha coperto la centralità di Cristo con appelli allo Spirito Santo e ha alimentato il risentimento, soprattutto tra i partecipanti.(…) I documenti di lavoro non fanno parte del magistero. Sono una base per la discussione; devono essere giudicati da tutto il popolo di Dio e specialmente dai vescovi con e sotto il Papa. Questo documento di lavoro necessita di cambiamenti radicali. I vescovi devono rendersi conto che c’è del lavoro da fare, in nome di Dio, prima piuttosto che dopo”.

Queste parole, purtroppo veritiere, non possono che preoccupare profondamente chi ama la Chiesa.  Come negare l’esistenza di una confusione crescente, di un gas tossico all’interno del Corpo Mistico di Cristo, simile al fumo di Satana di cui parlava Paolo VI?

Mentre venivano celebrati i funerali del cardinale Pell, si svolgeva a pochi passi, in Vaticano un’infuocata udienza del processo Becciu in cui papa Francesco è stato direttamente coinvolto nella vicenda giudiziaria legata al cardinale sardo. Ma di fronte agli scandali dottrinali e morali, papa Francesco tace o si esprime in maniera ambigua e contraddittoria.  Le parole di Demos, chiunque egli sia, non possono che essere condivise: Storicamente, a partire da sant’Ireneo, il papa e la Chiesa di Roma hanno un ruolo unico nel preservare la tradizione apostolica, la regola della fede, nel garantire che le Chiese continuino a insegnare ciò che Cristo e gli apostoli hanno insegnato. In precedenza il motto era: “Roma locuta. Causa finita est” [Roma ha parlato, la causa è finita]. Oggi è: “Roma loquitur. Confusio augetur” [Roma parla, cresce la confusione]. Così è, purtroppo.

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