Roberto de Mattei
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Il mistero del Santo Nome di Gesù
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Il mistero del Santo Nome di Gesù

Otto giorni dopo la nascita, Gesù, come ci narra il Vangelo di san Luca, in base al costume ebraico, riceve il Suo nome al momento della circoncisione: “Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall’angelo prima che egli fosse concepito” (Luca 2, 21).

La circoncisione era un rito ebraico, che comportava un piccolo versamento di sangue. E’ importante sottolineare come la Madonna e san Giuseppe, pur consapevoli della natura divina del Figlio, vollero rispettare le leggi di Israele, così come avevano rispettato le leggi di Roma recandosi tra tante difficoltà a Betlemme per il censimento. Essi sapevano che Gesù era il Messia venuto a rinnovare le leggi del mondo, superiore ad ogni legge e ad ogni autorità, in quanto Figlio di Dio e Dio egli stesso. Ma sapevano anche che Dio va rispettato nelle leggi e nelle autorità che lo rappresentano, anche quando queste autorità sono destinate a tradire la loro missione, come avrebbero fatto ebrei e romani condannando a morte Gesù. 

La circoncisione era un rito di purificazione e Gesù, l’uomo-Dio, non aveva bisogno di essere purificato da nulla, ma egli, per suprema umiltà volle celare la sua divinità agli uomini, come aveva fatto nascendo in una mangiatoia. Nel rito della circoncisione, per la prima volta Gesù sparse il suo sangue, che è una prefigurazione di quello che avrebbe così abbondantemente versato sul Calvario.

E fu nel giorno della circoncisione che il Divino Infante ricevette il nome di Gesù, “che gli era stato dall’Angelo prima che Egli fosse concepito”. Questo nome non gli fu imposto dai suoi santi genitori, ma da Dio stesso. Solo Dio Padre conosceva infatti il fine per il quale il Figlio si era incarnato e perciò volle che si chiamasse Gesù, che significa Salvatore, perché venne al mondo per salvarci e questa fu la sua missione. Il nome Gesù deriva dal nome aramaico Yeshua e significa salvezza.

 “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” leggiamo negli Atti degli Apostoli (Atti 4,12).

Perciò, nel momento dell’Annunciazione, l’Arcangelo Gabriele disse a Maria: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.  Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». (Luca, 1, 30-33). 

  Da allora la Madonna meditava ogni giorno e ogni ora queste parole. Per prima ella comprese il profondo significato della parola Gesù, che in sé racchiudeva il mistero dell’Incarnazione

Il nome di Gesù fu poi rivelato anche a san Giuseppe, con queste parole dell’angelo: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché ciò che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt.1, 21-25).

Il Santissimo Nome di Gesù, fu sempre onorato e venerato nella Chiesa fin dai primi tempi.  Nel XIV secolo cominciò ad avere culto liturgico. Grande predicatore e propagatore di questo culto fu san Bernardino da Siena (1380-1444) dell’Ordine dei Frati Minori, che stabilì e propagò l’usanza di rappresentare il santo Nome di Gesù ridotto alle sue prime tre lettere: IHS, che sono quelle di Gesù in greco ΙΗΣΟΥΣ (Iesûs ) all’interno di un sole con dodici raggi in campo azzurro.

Il trigramma di san Bernardino ebbe un gran successo, diffondendosi in tutta Europa. Nel 1530, papa Clemente VII autorizzò l’Ordine Francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù. La Compagnia di Gesù, prese poi le tre lettere del Nome di Gesù disegnato da san Bernardino da Siena come suo emblema e dedicò al SS. Nome di Gesù le sue più belle e grandi chiese, edificate in tutto il mondo, a cominciare dalla Chiesa del Gesù a Roma, la maggiore e la più bella. La celebrazione della festa del Nome di Gesù fu estesa a tutta la Chiesa da papa Innocenzo XIII nel 1721.  All’inizio del XX secolo la celebrazione fu stabilita ai primi di gennaio e nel 1962 fu fissata al 2 gennaio, ma dopo il Concilio Vaticano II scomparve dal calendario. Giovanni Paolo II ha ripristinato al 3 gennaio la memoria facoltativa del Nome di Gesù nel Calendario liturgico Romano.

Il Nome di Gesù è talmente grande e misterioso che nessuno può comprenderlo, afferma san Paolo se non grazie allo Spirito Santo: Nemo potest dicere, Dominus Jesus, nisi in Spiritu Sancto (1, Ad Cor., 12, 3). Questo nome infatti, dice il padre de La Puente è un compendio di tutte le perfezioni che convengono a Gesù in quanto Dio e di tutte le grazie e le virtù che in lui si trovano in quanto uomo (Meditazioni, Giacinto Marietti, Torino 1835, vol. II, p. 180). San Bernardino spiegava che mentre la croce evocava la Passione di Cristo, il suo Nome rammentava ogni aspetto della sua vita, la povertà del presepio, la modesta bottega di falegname, la penitenza nel deserto, i miracoli della carità divina, la sofferenza sul Calvario, il trionfo della Resurrezione e dell’Ascensione: in una parola tutto Gesù.

Basta pronunciare il nome di Gesù per dire tutto, senza bisogno di aggiungere null’altro, perché al nome di Gesù piegano le ginocchia tutti gli abitatori del Cielo, della Terra e del Purgatorio e perfino quelli dell’Inferno: “In nomine Jesu omne genuflectatur, Coelestium, Terrestrium et Infernorum” (Ad Philip., 2, 10). 

Il Nome di Gesù è un’arma formidabile contro i terribili nemici dell’uomo: il demonio, la carne e il mondo. Ripetendo con amore questo nome, il più spesso possibile, ne trarremo uno straordinario beneficio spirituale. Ma solo lo Spirito Santo ci può introdurre profondamente nel mistero di un Nome che, come quello di Maria, racchiude tutte le grandezze e le bellezze del Cielo e della terra. Non c’è momento migliore dei primi giorni dell’anno per chiedere con fiducia e insistenza questa grande grazia allo Spirito Santo.

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