Roberto de Mattei
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Sant’Elia e le nubi “nottilucenti” di luglio
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Sant’Elia e le nubi “nottilucenti” di luglio

Nelle ultime settimane di luglio, nelle ore del crepuscolo è apparso nel cielo un raro fenomeno atmosferico noto con il nome di “nubi nottilucenti”.  

Le nubi nottilucenti sono le più alte della Terra, a più di 80 km di altezza. Esse si verificano quando il vapore acqueo si congela in cristalli di ghiaccio che inglobano piccole particelle dei resti di meteoriti, creando riflessi di un blu cristallino. A fine giugno 2024, è stato osservato uno straordinario spettacolo di nubi nottilucenti in Lituania poi, nel mese di luglio, lasciando sbalorditi gli astronomi, molte di queste nubi, sono state viste a latitudini basse come l’Irlanda del Nord, l’Inghilterra, Francia e anche l’Italia.

Dovendo cercare un significato simbolico a tutto ciò che accade, fa riflettere il fatto che questo fenomeno inaspettato si sia prodotto nel mese di luglio nel quale si festeggia, il 16  la Madonna del Carmelo e il 20 quella di sant’Elia. La nube è infatti un simbolo applicato sia alla Madonna del Carmelo che a sant’Elia e ai suoi discepoli.

Nel I Libro dei Re, si narra che sant’Elia, dopo aver ucciso i falsi profeti di Baal, “salì sulla vetta del Monte Carmelo e, chinandosi verso terra, si mise il volto fra le ginocchia e disse al suo servo: Sali, e guarda dalla parte del mare. Il servo salì, e dopo aver guardato disse: Non vedo nulla. Ed Elia disse: Fallo per sette volte. La settima volta egli disse: Ecco che si leva dal mare una piccola nube, grande come la palma d’una mano d’uomo». E in poco tempo si oscurò il cielo, si levò il vento, e cadde una forte pioggia (18, 42-45).

In questa nube Elia vide il misterioso simbolo della Signora che doveva venire, Maria Regina del Carmelo. La nube simboleggiava la Madonna, e la pioggia Gesù Cristo.  Ma anche Elia, rapito in Cielo da un carro di fuoco è trasportato in un luogo ignoto (II Libro dei Re, 2, 11) è paragonato a una nube.  Egli tornerà quando l’anticristo perseguiterà la Chiesa di Dio. Sant’Elia, come l’anticristo, avrà dei precursori: gli apostoli degli ultimi tempi di cui parla san Luigi Maria Grignion de Monfort nel Trattato della Vera Devozione alla Vergine Maria: Saranno nubi tonanti e nuvole volanti nell’aria al più piccolo soffio dello Spirito Santo; senza attaccarsi a nulla, senza meravigliarsi di nulla, senza mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna; tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il demonio e i suoi seguaci, trafiggeranno da parte a parte, per la vita e per la morte, con la spada a due tagli della parola di Dio, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell’Altissimo”. (Trattato della Vera devozione, n. 58).  

La nube è anche il simbolo della Divina Sapienza, di cui nel Libro del Siracide leggiamo: “Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e ho ricoperto come nube la terra. Ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Il giro del cielo da sola ho percorso, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio” (21, 3-6). Gli Apostoli degli ultimi tempi saranno ripieni della Divina Sapienza, necessaria, dice ancora san Luigi Maria, per sostenere nei tempi difficili che ci attendono, la nostra debolezza, per illuminare le nostre menti, per infiammare i nostri cuori, per insegnarci a parlare, ad agire, a lavorare e sa offrire con Gesù Cristo nelle ore di confusione. 

Nel libro dell’Esodo si legge che Dio guidava il suo popolo nel deserto, dall’Egitto alla terra promessa. attraverso una nube: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte” (Esodo, 13,21-22).

 Ricordando questo passo, san Paolo scrive: “Non voglio lasciarvi ignorare, o fratelli, che i padri nostri furono tutti sotto la nuvola, e tutti attraversarono il mare, e tutti furono battezzati per Mosè nella nube e nel mare, e tutti mangiarono dello stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale (bevevano alla pietra spirituale che li accompagnava, e questa pietra era Cristo). Ma non in gran numero di essi Dio si compiacque” (I Corinti, 10, 1-2).

La nube che accompagnò il popolo di Israele per quarant’anni senza interruzione, lo guidava e lo proteggeva dai nemici allo stesso tempo. “La nube – dice la Sacra Scrittura – era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte” (Esodo 14,19-20). Sant’Alfonso de’Liguori, nelle Glorie di Maria, vede in questo misterioso fenomeno una figura di Maria e dei due offici che ella esercita continuamente a nostro favore: “ come nube ci protegge dall’ardore della giustizia divina e come fuoco ci protegge dai demoni

La storia dell’umanità ha conosciuto nubi dense e oscure, come quella che nel 536 dopo Cristo oscurò il sole per 18 mesi gettando l’Europa, il Medio Oriente e parti dell’Asia nell’oscurità. Lo racconta lo storico medievale Micheal McCormick della Harvard University in uno studio pubblicato sulla rivista “Science” (“Eruption made 536 ‘the worst year to be alive’” (https://www.science.org/content/article/why-536-was-worst-year-be-alive). in cui afferma che il peggior anno della storia dell’umanità non fu quello della Peste Nera del 1349 o della Prima Guerra mondiale del 1914, ma proprio il 536 quando il giorno non si distingueva dalla notte e iniziò il decennio più freddo degli ultimi 2000 anni. 

Eppure, se ci sono nubi che oscurano il cielo e la terra, come quella del terribile anno 536, ci sono anche nubi che sembrano annunciare il Regno di Maria, come quelle nottilucenti che solcano, assieme alle aurore boreali i cieli tempestosi dell’Occidente. Il mese di sant’Elia ce lo ricorda.

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