Roberto de Mattei
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I privilegi del mese di marzo
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I privilegi del mese di marzo

Tra tutti i mesi dell’anno, il mese di marzo ha dei privilegi particolari. Secondo i Padri Bollandisti è in marzo che il mondo è stato creato, è in marzo che avvenuta l’Annunciazione del Verbo ed è stato concepito il Redentore, ed è in marzo che è avvenuta la Passione e morte di Nostro Signore. La liturgia celebra il 25 marzo la più importante festa mariana, quella dell’Annunciazione e dedica il 19 marzo a San Giuseppe, protettore della Chiesa e della Sacra Famiglia. Anche san Benedetto da Norcia e san Tommaso d’Aquino, due stelle del firmamento della Chiesa, sono ricordate dalla liturgia romana nel mese di marzo.

Lo scrittore francese Ernest Hello (1828-1885), seguendo le più antiche tradizioni, afferma che il primo combattimento e la prima vittoria dell’universo avvenne un 25 marzo, il giorno in cui Dio creò l’universo e san Michele  debellò e scaraventò all’inferno Satana e gli angeli ribelli. Sempre seguendo la più antica tradizione Abele, il primo martire, fu assassinato il 25 marzo e il 25 marzo Melchisedech offrì all’Altissimo il pane e il vino, in quel misterioso sacrificio che annunciava l’Eucarestia.

Il nome “Marzo” viene dal latino Martius, il dio Marte, a cui questo mese era dedicato dai Romani. Il calendario dell’antica Roma iniziava con il mese di marzo, dedicato a Marte, il dio della guerra e dei raccolti primaverili. Il 1° marzo era quindi l’equivalente del nostro Capodanno e febbraio era l’ultimo mese dell’anno. La riforma del calendario romano venne promulgata da Giulio Cesare, e fu introdotta nel 46 a.C. Da quel momento il calendario si sarebbe chiamato Giuliano, in omaggio al suo fondatore. Il calendario Gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII il 4 ottobre 1582, non cancellò molte tradizioni regionali, risalenti al Medioevo, secondo cui l’anno iniziava a marzo. I diversi sistemi di datazione erano definiti «stili». Ancora nel 1748 Francesco Stefano di Lorena stabilì che a Firenze dal 1759 il primo gennaio sarebbe stato il primo giorno dell’anno, come si può leggere su una lapide murata nella Loggia dei Lanzi.

Nella Serenissima Repubblica Veneta, fino alla sua caduta nel 1797, l’inizio dell’anno era fissato al 1º marzo, secondo un uso chiamato “stile” o “more veneto”.   Secondo lo stile fiorentino e pisano, ma anche a Vienna, in Inghilterra e Irlanda, l’anno iniziava dal giorno dell’Incarnazione, cioè dal concepimento di Gesù, fissato nove mesi prima della sua nascita e quindi al 25 marzo. 

I Bollandisti credono pure che la fine del mondo avverrà in marzo. Il mondo sarà giudicato nello stesso mese in cui è stato creato. I secoli della Chiesa cattolica finiranno nella valle di Giosafat, secondo un misterioso disegno divino, secondo il quale nulla è casuale nell’universo.

Questi anniversari, commenta Hello, non sono coincidenze, si rispondono gli uni agli altri, come l’eco di una montagna all’altra: “Seguiamo le ore dell’orologio del tempo. La notte che guidò gli Ebrei nel deserto era fatta di luce e di ombra. Il gigantesco piano che abbraccia la creazione, la redenzione, la consumazione, è a tratti oscuro e a tratti luminoso. La mano che guida l’umanità, a volte abbassa, a volte solleva il velo dietro al quale stanno le misteriose e solenni armonie” (Ernest Hello, Fisionomie di santi, Fogola, Torino 1977, p. 107).

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